Coinvolti in diversi settori, tra cui smaltimento e riciclaggio rifiuti. Legambiente Campania: “Bene il sequestro per 200 milioni ai fratelli Pellini, condannati con sentenza definitiva per disastro ambientale”
In Campania, martedì 28 maggio è stato avviato un nuovo maxi sequestro da 200 milioni di euro per i fratelli Giovanni, Cuono e Salvatore Pellini, imprenditori di Acerra, in provincia di Napoli, che operano in diversi settori economici, tra i quali la gestione del recupero, smaltimento e riciclaggio di rifiuti urbani e industriali. La notifica del provvedimento da parte dei finanzieri Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Napoli è stata contestuale a un ordine di dissequestro e restituzione della Cassazione. Dopo la confisca in primo grado nel 2019 e la conferma in Appello nel 2023, la Sesta Sezione Penale della Corte di Cassazione ha poi annullato il sequestro disponendo la restituzione dei beni ai Pellini. La Dda di Napoli ha poi deciso di delegare il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria ad effettuare una effettiva ricognizione dei beni dei Pellini che ha portato al nuovo sequestro pari a 200 milioni, che comprende 8 società, 72 autoveicoli, 75 rapporti finanziari, 224 immobili, 75 terreni, 3 imbarcazioni e 2 elicotteri.
Il nuovo decreto di sequestro è stato emesso dalla sezione per l’applicazione delle misure di prevenzione del Tribunale di Napoli su richiesta della Procura, in particolare del procuratore Nicola Gratteri e del coordinatore della DDA Rosa Volpe.
Il nuovo provvedimento – emesso a firma del giudice Teresa Areniello, Presidente Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Napoli – è una reiterazione del primo ed è stato possibile anche perché l’annullamento del primo sequestro da parte della Cassazione è avvenuto per motivi esclusivamente formali, cioè il deposito della sentenza della Corte d’Appello oltre i termini di legge.
I nuovi accertamenti economico-patrimoniali delegati al GICO della Guardia di Finanza di Napoli hanno confermato la pericolosità sociale degli imprenditori di Acerra e la palese sproporzione tra i beni posseduti e i redditi dichiarati al Fisco.
“Bene il nuovo sequestro dei beni di 200 milioni di euro per i fratelli Pellini, condannati con sentenza definitiva per disastro ambientale. Dopo l’azione avviata dal ministero dell’Ambiente, forte segnale d’attenzione della Direzione distrettuale antimafia guidata dal procuratore Gratteri. Le bandiere con il principio di “chi inquina paga”, esposto dalle finestre e dai balconi di Acerra da cittadini e associazioni deve diventare realt – commentano Mariateresa Imparato, presidente di Legambiente Campania e Mariano Di Palma, referente di Libera Campania – Ora si acceleri sulla bonifica per riconquistare la fiducia “perduta” nei confronti delle istituzioni da parte di chi attende da troppi anni la bonifica dei territori in cui vive, inquinati da ecocriminali e clan camorristici che hanno accumulato enormi profitti”.
