Terremoto Napoli e Campi Flegrei: c’è veramente un rischio eruzione? Il sollevamento del suolo e la risalita del gas

Terremoto ai Campi Flegrei che sta succedendo? Ci saranno conseguenze gravi? La scossa registrata ha avuto una magnitudo di 4.0 ed è avvenuta alle 22.08 dnedì 2 ottobre ad una profondità di 3 chilometri. Ingv, l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, spiega quali sono i rischi e perché ci sono sismi sempre più frequenti in questi giorni. 

Nei Campi Flegrei è in corso un aumento della sismicità legata alla dinamica del supervulcano che si trova in profondità. Si sta riproponendo quello che è successo all’inizio degli anni Ottanta.

Terremoto Campi Flegrei, che sta succedendo?  

“L’Ingv sta monitorando minuto per minuto l’evoluzione ma non siamo in grado di prevedere quel che può accadere. Certamente ci stiamo avvicinando a una situazione di crisi come quella, appunto, di 40 anni fa. Dobbiamo quindi prestare la massima attenzione”. A dirlo è il geologo Carlo Doglioni, presidente dell’Ingv. Sull’aumento della sismicità, Doglioni spiega: “Siamo all’interno del range di magnitudo registrato nelle ultime settimane. E’ una evoluzione ‘normale’. Abbiamo visto che c’è una maggiore frequenza di eventi e sta aumentando un po’ l’intensità. Come Osservatorio Vesuviano dell’Ingv stiamo monitorando anche le variazioni eventuali di gas e la velocità del sollevamento del bradisismo”.

Terremoto Campi Flegrei, ci sarà un’eruzione? Per Ingv “non ci sono elementi per dirlo” 

“Non abbiamo elementi che ci possano portare a dire che ci sarà una eruzione, però ci sarà un aumento della sismicità facilmente prevedibile dall’osservazione statistica del numero crescente di eventi. Per ora nessun allarme, certamente è una situazione su cui noi, come Istituto, abbiamo gli occhi puntati”.

Sollevamento del suolo per la forte risalita di gas

La forte risalita di gas sta provocando il sollevamento del suolo e la sismicità nell’area dei Campi Flegrei. Non vi sono però evidenze di risalita di magma verso la superficie. Quindi, pur non potendo prevedere quello che accadrà, a detta dell’Ingv, “la probabilità di una eruzione vulcanica è relativamente bassa”. Da millenni l’area dei Campi Flegrei subisce periodi di sismicità e sollevamento del suolo. Le ultime sono avvenute nel 1982-1984 e nel 2005 con un sollevamento del terreno di 113 centimetri. 

Lo scorso 7 settembre c’è stato un terremoto con sismicità 3.8. Tutti sciami sismici, spiegano i ricercatori, che dimostrano che “il fenomeno non mostri cambiamenti sostanziali, seppure avvenga con pulsazioni che si ripetono nel tempo. La causa del sollevamento del suolo e quindi della sismicità può essere dovuta a una forte risalita di gas e una maggiore pressurizzazione del sistema idrotermale profondo”.

Solo nell’area di Solfatare-Pisciarelli si è registrato in queste ore una media di 3.000 tonnellate di CO2 al giorno. Si tratta quindi di una fuoriuscita di gas davvero ragguardevole. 

“Il vulcano prima o poi tornerà ad eruttare” 

Spiega l’Ingv che l’area è monitorata 24 ore al giorno. “La probabilità di una eruzione vulcanica è relativamente bassa” ricordano i ricercatori. “Tuttavia il vulcano ha la sua inarrestabile naturale evoluzione e, prima o poi, tornerà a eruttare. Per questa ragione, Ingv-Osservatorio Vesuviano raccoglie e studia ogni dato per comunicare tempestivamente alla Protezione Civile ogni variazione giudicata importante. 

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