Firenze, 10 ott. (askanews) – “Rossa” o “non rossa” la Toscana va al voto domenica e lunedì ed è la terza regione a recarsi alle urne nella partita autunnale, che segna, al momento, un due a zero per il centrodestra uscito vincitore sia nelle Marche che in Calabria, dove sono stati riconfermati i governatori Francesco Acquaroli e Roberto Occhiuto.
La sfida in Toscana è a tre: i candidati presidente sono Antonella Bundu, già consigliera comunale, per la lista di sinistra Toscana Rossa (che mette insieme Rifondazione Comunista, Potere al Popolo e Possibile), Eugenio Giani per il centrosinistra e Alessandro Tomasi per il centrodestra. Ma è tra il governatore uscente Giani, appoggiato da tutto il campo progressista, M5s compreso, e l’outsider di Fratelli d’Italia Tomasi, cresciuto alle case popolari, padre socialista, e attuale sindaco di Pistoia, che il confronto si è fatto, anche attraverso sfide tv, serrato.
Del resto la proiezione di questa disputa elettorale sullo scacchiere nazionale è inevitabile: la Toscana è l’ennesima regione in cui il campo progressista si presenta unito – e in generale non è andata benissimo, al momento dieci a tre per il centrodestra che potrebbe diventare undici a sei a fine novembre – ma con un rapporto complesso con i Cinquestelle che hanno deciso di appoggiare Giani dopo una votazione della base degli iscritti, che, tuttavia, non ha sedato alcuni malumori e distinguo.
Tanto per dirne una, solo pochi giorni fa Irene Galletti, coordinatrice regionale 5stelle, ha ribadito che il Movimento sarà sempre “un ostacolo all’espansione dell’aeroporto di Peretola”. Posizione non in linea con l’altro pezzo del centrosinistra e, certo, non con i centristi di Renzi che ha convocato una manifestazione a sostegno di Giani per oggi in piazza Strozzi, vicinissimo alla piazza del centrodestra, con lo scopo di “prendere tanti voti” che aiutino Giani a vincere ma anche a “tenere dritta la barra riformista” di una coalizione variegata.
A piazza San Lorenzo, invece, Alessandro Tomasi chiuderà nel pomeriggio la sua campagna elettorale, fatta quasi porta a porta, “libero” si è autodefinito, con il claim “La Toscana non è rossa, la gente vuole concretezza”, con tutti i leader del centrodestra: Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani, tutti insieme. Cosa che non avrà Giani, che ieri ha avuto con sè la segretaria del Pd Elly Schlein a tirargli la volata verso il secondo mandato, insieme al presidente del partito Stefano Bonaccini (“vincere non basta – ha detto – bisogna vincere bene”), ma oggi gli appuntamenti del centrosinistra si presentano un po’ sparpagliati. In particolare, nonostante la presenza in Toscana del leader M5s Giuseppe Conte non ci sarà una manifestazione comune, pubblica insieme a Giani. Problemi di agende, si fa sapere, ma i due avranno comunque modo di vedersi, a Scandicci, dove è fissato il primo appuntamento della giornata toscana del leader cinquestelle, che poi si sposterà alle Murate. Incontro confermato dallo stesso Giani che ha detto di essere stato “invitato da Conte a Scandicci alla fiera” dove è previsto un punto stampa.
Il centrodestra mostra di crederci e il responsabile organizzazione di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli, anch’egli toscano, ricorda un po’ di numeri: “Governiamo ovunque tranne che a Firenze e a Livorno, Prato è commissariata. Siamo alla guida in sette capoluoghi su dieci e abbiamo dimostrato che non sono incidenti di percorso perché siamo stati confermati. La Toscana può non essere più una roccaforte”.
Da parte sua Giani è consapevole di partire avvantaggiato, in una terra che dal 1970 ha avuto solo governi regionali di centrosinistra, e guarda oltre. Con una premessa, detta anche al comizio di chiusura: “La Toscana è rossa”. “Credo che un successo in Toscana aiuterà a lanciare un messaggio chiaro pure a livello nazionale – osserva il governatore -. Ossia che il centrosinistra non è bravo soltanto a fare opposizione, ma può essere una forza di governo molto migliore del centrodestra”. Una “responsabilità” di non poco peso vincere – e vincere bene, questo si attendono al Nazareno – per ribadire che, dopo Marche e Calabria, “la visione progressista della società” è competitiva. Schlein, presente nelle ultime settimane in varie città della regione, ha ribadito più volte che con Giani ci sarà “un futuro più giusto e sostenibile”, aperto all’introduzione del salario minimo e alla difesa della scuola e della sanità pubblica.
Un fattore che, all’ultimo, potrebbe pesare sul voto, in un senso o nell’altro, è quello che accadrà oggi pomeriggio in città – qualora dovessero esserci scontri – alla manifestazione convocata per le 18,30 in piazza Indipendenza, vicinissimo alla piazza del centrodestra, da Assemblea per lo sciopero che riunisce varie realtà, da Usb ai centri sociali, Cpa Firenze Sud in testa, fino ai Giovani Palestinesi e a Firenze antifascista. “La Firenze che sa da quale parte stare, la Firenze partigiana – annuncia un documento – scenderà ancora in piazza per contestare la presenza di Meloni, Tajani e Salvini in San Loren