Trump è entrato in guerra contro l’Iran e a fianco di Israele. Anche se dalle prime evidenze sembra trattarsi di un intervento dimostrativo per sostenere Israele davanti alla comunità internazionale e per forzare la mano agli ayatollah perché siedano con impegno al tavolo dei negoziati.
O forse Trump ha agito anche sulla spinta del suo protagonismo, per non lasciare al solo premier israeliano Benjamin Netanyahu la Gloria del successo militare. L’attacco è stato annunciato dal presidente Donald Trump sul sito di social media Truth Social.
Il mondo si chiede: dove andrà il prezzo del petrolio e dei carburanti? Molte sono le risposte possibili. E anche gli investitori finanziari riflettono su una serie di diversi scenari di mercato.
La cronaca. All’alba di domenica 23 giugno 2025, dopo la notte più corta dell’anno, i B2 americani hanno attaccato tre siti nucleari in Iran, portando l’esercito americano direttamente nella guerra di Israele. “Gli attacchi sono stati uno spettacolare successo militare”, ha detto Trump in un discorso televisivo. “I principali impianti di arricchimento nucleare dell’Iran sono stati completamente e totalmente distrutti.”
Sembra però una vittoria di Pirro. Hassan Abedini, vice capo politico dell’emittente statale iraniana, ha detto che l’Iran ha evacuato i tre siti qualche tempo fa. “Le riserve di uranio arricchito sono state trasferite dai centri nucleari e lì non sono rimasti materiali che, se presi di mira, causerebbero radiazioni e sarebbero dannosi per i nostri compatrioti”, ha detto.
Operazione dí immagine per Trump?

Che si tratti di una operazione di immagine sembra essere confermato dal fatto che prima dei bombardamenti, nella giornata di sabato, gli Stati Uniti hanno contattato diplomaticamente l’Iran per dire che gli attacchi non mirano a un cambio di regime. Si tratta di una significativa presa di distanza dall’asserito obiettivo israeliano.
Per riassumere le notizie di cronaca. Le forze statunitensi hanno colpito i tre principali siti nucleari iraniani, a quanto ha dichiarato il presidente Donald Trump sabato sera, avvertendo Teheran che avrebbe dovuto affrontare attacchi più devastanti se non avesse accettato la pace.
Dopo giorni di deliberazioni e ben prima della scadenza di due settimane che si era autoimposta, la decisione di Trump di unirsi alla campagna militare di Israele contro il suo principale rivale, l’Iran, rappresenta un’escalation significativa.
In un discorso durato poco più di tre minuti, Trump ha affermato che il futuro dell’Iran era “o pace o tragedia”, e che c’erano molti altri obiettivi che potevano essere colpiti dall’esercito statunitense.
“Se la pace non arriva rapidamente, colpiremo quegli altri obiettivi con precisione, velocità e abilità”.
Trump ha affermato che le forze statunitensi hanno colpito i tre principali siti nucleari iraniani: Natanz, Isfahan e Fordow. Ha dichiarato al programma di Sean Hannity di Fox News che sei bombe bunker-buster sono state sganciate su Fordow, mentre 30 missili Tomahawk sono stati lanciati contro altri siti nucleari.
Sono stati coinvolti bombardieri B-2 statunitensi: “Un intero carico di bombe è stato sganciato sul sito principale, Fordow”, ha scritto Trump su Truth Social. “Fordow è sparito”.
Un funzionario iraniano, citato dall’agenzia di stampa Tasnim, ha confermato che parte del sito di Fordow è stata attaccata da “attacchi aerei nemici”.
Siti nucleari vuoti
Tuttavia, Mohammad Manan Raisi, un parlamentare di Qom, vicino a Fordow, ha dichiarato all’agenzia di stampa semiufficiale Fars che la struttura non ha subito gravi danni.
I media iraniani hanno citato l’organismo nucleare iraniano, il quale ha affermato che non vi erano segni di contaminazione dopo gli attacchi e che non vi era alcun pericolo per i residenti nelle vicinanze.
Hassan Abedini, vicedirettore politico dell’emittente statale iraniana, ha affermato che l’Iran ha evacuato i tre siti qualche tempo fa.
“Le riserve di uranio arricchito sono state trasferite dai centri nucleari e non vi sono rimasti materiali che, se presi di mira, potrebbero causare radiazioni e risultare dannosi per i nostri compatrioti”, ha dichiarato all’emittente.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu si è congratulato con Trump per la sua “decisione coraggiosa”. “La storia ricorderà che il presidente Trump ha agito per negare il regime più pericoloso del mondo, le armi più pericolose del mondo”, ha affermato Netanyahu
L’articolo Trump bombarda l’Iran: i perché di un intervento dimostrativo mentre il mondo si interroga sul prezzo dei carburanti proviene da Blitz quotidiano.