Durante il volo a bordo dell’Air Force One, Donald Trump ha risposto ai giornalisti commentando la situazione nella Striscia di Gaza. “È devastato, è come un cantiere di demolizione. Bisogna sbarazzarsi di quello che c’è lì”, ha dichiarato il presidente statunitense, riferendosi agli edifici distrutti dai bombardamenti. Alle domande sul progetto “Gaza Riviera”, volto alla ricostruzione e allo sviluppo della zona, Trump ha ammesso di non sapere se “sarebbe stato possibile per un po’”.
Quando gli è stato chiesto come immaginasse Gaza tra un anno, ha aggiunto, come riportato da Sky News: “Un anno è molto veloce, ma col passare degli anni la situazione sarà molto bella”. Le sue parole hanno immediatamente suscitato dibattiti a livello internazionale, tra chi le ha interpretate come un messaggio di speranza e chi invece come una visione irrealistica della complessa situazione mediorientale.
La visita in Israele e il messaggio alla Knesset
Nel corso della sua visita ufficiale in Israele, Trump ha voluto lasciare un segno simbolico. Alla Knesset, il parlamento israeliano, ha firmato il libro degli ospiti scrivendo: “Questo è un mio grande onore. Un grande e bel giorno. Un nuovo inizio”.
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