Tumori, Iarc: “Il talco è un probabile cancerogeno”

talco

Gli esperti lo hanno passato da “possibile” a “probabile”, inserendolo nel gruppo 2A, come la carne rossa, sulla base di “prove limitate (per il tumore all’ovaio) negli esseri umani e prove sufficienti negli animali da laboratorio”. I risultati su The Lancet Oncology

Il talco è un “probabile cancerogeno per l’uomo”. Lo ha definito la Iarc, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell’Organizzazione mondiale della sanità, che lo ha inserito all’interno del gruppo 2A della classificazione di rischio.

Il gruppo 2A – lo stesso, ad esempio, di carni rosse, steroidi ed emissioni da fritture ad alte temperature – è “il secondo livello più alto di certezza che una sostanza possa provocare tumori”, chiarisce la Iarc, che ha comunicato le sue nuove valutazioni su talco e acrilonitrile. Le analisi sono state effettuate da un gruppo di 29 esperti internazionali provenienti da 13 Paesi, che “hanno valutato attentamente tutta la letteratura scientifica disponibile”. I risultati sono stati riassunti sulla rivista specializzata ‘The Lancet Oncology’ e nel 2025 saranno descritti all’interno del volume 136 delle ‘Monografie Iarc’ insieme ai danni dell’acrilonitrile (un composto utilizzato nella sintesi delle materie plastiche e classificato tra le sostanze sicuramente cancerogene).

Gli esperti hanno valutato il talco come probabilmente cancerogeno per l’essere umano (gruppo 2A) sulla base di “prove limitate (per il tumore all’ovaio) negli esseri umani, prove sufficienti negli animali da laboratorio e forti prove meccanicistiche nelle cellule primarie umane e nei sistemi sperimentali”.

L’uso del talco potrebbe avere effetti sulla salute specialmente in contesti clinici e industriali, in particolare durante l’estrazione e la lavorazione del minerale. Ma anche la popolazione generale potrebbe essere esposta a rischi, “tramite ingestione, inalazione o per via cutanea e perineale”. Il talco, infatti, può essere utilizzato per la cura del corpo o in prodotti cosmetici, farmaceutici e alimentari.

La Iarc riporta che “numerosi studi hanno dimostrato costantemente un aumento dell’incidenza del cancro ovarico in chi auto-segnala l’uso di polveri per il corpo nella regione perineale. Sebbene la valutazione si sia concentrata sul talco non contenente amianto”, l’agenzia precisa che “nella maggior parte degli studi non è stato possibile escludere la contaminazione del talco con amianto”. Per questo, puntualizza, “non è stato possibile stabilire pienamente un ruolo causale per il talco” nell’associazione con i tumori. Negli animali da laboratorio, invece, l’esposizione al talco ha comportato “un incremento dell’incidenza delle neoplasie maligne nelle femmine (midollo surrenale e polmone) e una combinazione di neoplasie benigne e maligne nel midollo surrenale tra i ratti maschi”.