Il terremoto che ha scosso Kamchatka il 30 luglio 2025 ha fatto tremare l’intero Pacifico. Con una magnitudo di 8,8, si è trattato di uno degli eventi sismici più potenti mai registrati negli ultimi 14 anni. Le onde di tsunami, alte fino a un metro, hanno colpito le coste di Giappone, Stati Uniti e altre isole del Pacifico, mentre paesi lontani come Colombia e Nuova Zelanda hanno attivato evacuazioni precauzionali.
A spiegarne le ragioni è la vulcanologa Carmen Solana dell’Università di Portsmouth, che al Daily Star ha sottolineato un dettaglio fondamentale: la profondità del terremoto. Il sisma è avvenuto a circa 19–20 km sotto la superficie terrestre, una distanza che ha permesso di assorbire buona parte dell’energia. “Se fosse stato più superficiale, a 10 km, avremmo assistito a una distruzione ben maggiore”, ha affermato. Un’”apocalisse” sventata.
Secondo l’esperta, la combinazione tra profondità, evacuazioni tempestive e sistemi di allerta ha letteralmente salvato milioni di persone. In luoghi come le Isole Marchesi della Polinesia Francese, dove si attendevano onde di oltre due metri, la preparazione è stata decisiva. Lo stesso vale per le Hawaii, dove le sirene hanno risuonato in tempo utile per allontanare la popolazione dalle coste.
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