Un mix energetico per l’Africa

Africa deserto

Le tecnologie trasformative contribuiranno a risolvere le sfide del continente

di ROBERTO VIGOTTI*

Per l’Africa, dove in 600 milioni non hanno accesso all’elettricità, il tradizionale grid model non è perseguibile. È necessario un approccio olistico per efficienza, flessibilità, trasparenza e sostenibilità a lungo termine, con la trasformazione digitale delle reti. Secondo un Rapporto pubblicato nell’aprile 2024 da IRENA, le tecnologie e non i combustibili sono il fulcro del nuovo sistema energetico in Africa.

Nel continente africano le tecnologie digitalizzate sono indispensabili, non solo per migliorare il funzionamento delle reti e la qualità della fornitura elettrica ma anche per estendere le soluzioni energetiche decentralizzate alle comunità che risiedono in aree remote o a basso reddito.

L’Africa è in ritardo nell’uso delle tecnologie digitali. Il continente più carente di energia al mondo, si affida all’energia dei combustibili fossili e a sistemi obsoleti e inefficienti, per la sua crescita industriale e demografica. Anche nelle aree collegate in network, le reti sono afflitte da obsolescenza e cattiva gestione, con problemi quali blackout e sovratensioni.

L’approccio “one size fits all” non è adatto all’Africa. L’ottimizzazione dei piani di elettrificazione prevede una combinazione di soluzioni centralizzate, compreso lo sviluppo di grandi centrali elettriche abbinate all’estensione della rete e di approcci decentralizzati, come le mini-grid, i sistemi autonomi e i sistemi solari domestici, nonché la tecnologia Internet of Things (IoT). Queste soluzioni possono essere integrate nelle reti nazionali per ottimizzare i costi e migliorare l’affidabilità del sistema. In questo continente, la decentralizzazione – basata su “smart” o “micro” grids – è cruciale per l’accesso universale all’energia. Queste reti che possono funzionare separatamente dalla rete nazionale, sono preziose nelle zone rurali e nelle aree urbane non ancora raggiunte dalla rete. La Banca Mondiale ha stimato che, se la costruzione di mini-grid continuerà al ritmo attuale, entro il 2030 ne saranno costruite solo 12 mila – meno del 10% della domanda prevista – per un costo di 9 miliardi di dollari. Questi risultati confermano che l’accesso universale all’energia in Africa sarà possibile solo adottando una combinazione di espansione della rete e soluzioni off-grid.

È stato stimato che, per raggiungere l’accesso universale all’elettricità in Africa, saranno necessari 50 miliardi di dollari l’anno solo per le reti entro il 2030. Per sbloccare ciò è necessario che gli investimenti per l’espansione delle reti superino la dipendenza dal capitale pubblico e attraggano finanziamenti privati, superando gli ostacoli agli investimenti già esistenti e radicati. Gli sforzi per aumentare il livello degli investimenti hanno coinvolto meccanismi di finanziamento innovativi, come la finanza mista, i partenariati pubblico-privato e gli incentivi agli investimenti.

In Africa permangono ostacoli che impediscono lo sviluppo di progetti di energia rinnovabile e di elettrificazione, quali il costo del capitale, che è spesso sette volte superiore a quello degli Stati Uniti o dell’Europa. Ostacolato da vari fattori di rischio finanziari, country-specific, policy-related e di altro tipo, l’accesso ai finanziamenti rimane un traguardo arduo per la maggior parte delle nazioni africane. È necessario fare di più per implementare strategie innovative, come meccanismi di de-risking a livello di Paese e di progetto, strumenti di fusione, partenariati pubblico-privato, cooperazione internazionale.

*Segretario generale Res4Africa Foundation

Questo articolo è tratto dal numero di giugno-luglio 2024 di QualEnergia
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