“Una governance per proteggere le Alpi dalla crisi climatica”

PRE'DEBAR - CAROVANA DEI GHIACCIAI

Con la tappa in Svizzera si è chiusa la “Carovana dei ghiacciai”, la campagna itinerante promossa da Legambiente col supporto scientifico del Comitato glaciologico italiano. Serve una forte rete di alleanze internazionali e strategie di adattamento comuni

Anche i ghiacciai europei subiscono sempre più l’impatto della crisi climatica e delle temperature record. Come riportato dal World meteorological organization (Wmo), dal 1972 al 2022 i ghiacciai in Europa hanno perso un volume di circa 880 km3 di ghiaccio. Le Alpi, in particolare, hanno subito una riduzione media dello spessore del ghiaccio di ben 34 metri. Una situazione che ha “spinto” la “Carovana dei ghiacciai” – la campagna promossa da Legambiente con la partnership del Comitato glaciologico italiano (Cgi), arrivata alla sua IV edizione – a oltrepassare i confini nazionali, grazie alla collaborazione con la Commissione internazionale per la protezione delle Alpi (Cipra).

Partita il 20 agosto e conclusasi il 10 settembre, dopo le prime quattro tappe italiane, la “Carovana” si è diretta prima in Austria, presso i ghiacciai del gruppo del Silvretta, dove attenzionato particolare è stato l’Ochsentaler, nella regione del Vorarlberg, poi in Svizzera per la sesta e ultima tappa presso il ghiacciaio del Morteratsch. La decisione di far sconfinare la “Carovana”, ha spiegato Legambiente, deriva dalla volontà di verificare lo stato di salute dei ghiacciai svizzeri e austriaci, in sofferenza come i ghiacciai italiani.

Per quanto riguarda il versante austriaco, in base ai dati elaborati da Andrea Fischer, Bernd Seiser e Martin Stocker-Waldhuber, dell’Institute for interdisciplinary mountain research, dell’Austrian academy of sciences di Innsbruck, la superficie complessiva dei ghiacciai del gruppo del Silvretta si è ridotta, dal 1850 a oggi, del 68%. Il ghiacciaio più in sofferenza è quello dell’Ochsentaler, che dal 1850 è arretrato di circa 2.400 metri (dati World glaciers monitory service), registrando ritirate drammatiche negli anni 2018/2019, dove ha perso 86,7 metri, e 2021/2022, con una perdita di 42,8 metri (dati Club alpino austriaco). Se la situazione non dovesse migliorare, secondo gli esperti entro il XXI secolo i ghiacciai austriaci potrebbero scomparire del tutto.

La tappa austriaca si è conclusa con un incontro pubblico, alla presenza degli amministratori locali, per promuovere la “Carta di Budoia per l’adattamento locale ai cambiamenti climatici” che, sottolinea Legambiente, “ha l’obiettivo di fare delle Alpi un territorio esemplare nel settore della prevenzione e dell’adattamento ai cambiamenti climatici. Un’occasione per chiedere di raccontare lo straordinario lavoro che gli amministratori e le amministratrici del Vorarlberg hanno fatto nel campo dell’efficienza energetica, per trasferire in Italia queste esperienze virtuose”.

Con la chiusura dei lavori in Austria, il 7 settembre la “Carovana” ha spostato le operazioni sul fronte svizzero, dove la situazione non è migliore. La Rete svizzera del monitoraggio dei ghiacciai (Glamos) ha comunicato che il ghiacciaio del Morteratsch, il più grande del gruppo del Bernina delle Alpi grigionesi, ha perso 23 metri nel 2022, raggiungendo una perdita totale di circa 3 km dal 1878 a oggi. I ghiacciai svizzeri, nel 2022, hanno perso più del 6% del volume (dati Glamos). Nella sola estate del 2022 la Svizzera ha perso quasi 3 km3 di ghiaccio.

Dati in linea con i valori registrati nelle Alpi italiane e con la crisi climatica in corso: fra agosto e settembre di quest’anno sulle Alpi svizzere lo zero termico è stato registrato a 5.298 metri e a 5.253, i due valori più alti dal 1954, l’anno in cui sono cominciati i monitoraggi.

Anche in Svizzera sono stati realizzati due incontri per confrontarsi con gli amministratori locali. Il primo, l’8 settembre, è stato il convegno “I ghiacciai europei e la necessità di una governance delle risorse idriche”. Il secondo, invece, è stata la conferenza stampa del 9, in occasione della quale sono stati presentati i dati della spedizione. Per l’occasione è stato anche organizzato un flash mob per una governance internazionale dei ghiacciai.

«Gli esperti dicono che, senza riduzione di CO2, i ghiacciai svizzeri sono destinati a scomparire entro la fine del secolo – ha ricordato Vanda Bonardo, responsabile Alpi per Legambiente e presidente di Cipra Italia – Nel convegno abbiamo chiamato a raccolta alcuni tra i maggiori esponenti del mondo della ricerca scientifica internazionale: siamo sicuri che non c’è tempo da perdere e che una governance dei ghiacciai e delle risorse idriche sia possibile solo creando una forte rete di alleanze e con strategie di adattamento comuni».