Roma, 11 ago. (askanews) – “Credo sia innegabile che per il centrodestra la ‘lista Zaia’ possa avere anche dei vantaggi…”. Lo dice Luca Zaia, governatore del Veneto in un’intervista al Corriere della sera.
Alle Regionali di novembre non può ricandidarsi, il terzo mandato è saltato per l’opposizione di Forza Italia. Ma sabato, Matteo Salvini ha fatto sapere che proporrà agli alleati la possibilità che in Veneto una lista Zaia ci sia. Anche senza la ricandidatura a governatore del presidente uscente.
“Non vorrei che qualcuno vedesse la lista come un atto di narcisismo o megalomania – spiega -. In realtà, io ho sempre avuto una lista civica. Non una struttura, non un partito. E non ho mai voluto che la lista si presentasse ad altre elezioni, mai stata una prezzemolina in tutti i Comuni. Tra l’altro, le Regionali cadranno in un periodo irrituale, senza amministrative nello stesso giorno. Potremmo così recuperare elettorato che non va a votare o che non sarebbe nostro: ricordo che nel 2020 il centrosinistra ha dimezzato i suoi voti, grazie anche alla mia lista”.
“Da quel che leggo, in Campania e Puglia ci saranno due liste degli ex presidenti”, dice Zaia riferendosi alle scelte del centrosinistra e alla domanda sul rischio per il centrodestra di perdere voti risponde: “Potrebbe accadere. La decisione non spetta a me ma al tavolo del centrodestra a cui non partecipo. Ma mio dovere, da amministratore, è ricordare alcune cose. A partire dalla legge elettorale veneta: dal 40 al 60%, i consiglieri di maggioranza sono 30 su 50, sotto il 40% ancor meno. Oltre il 60%, scatta il proporzionale: per questo oggi, con il 78%, la mia maggioranza è di 43 consiglieri su 50”.
“Ma io credo che il punto sia un altro: la legittimazione popolare è il booster di un’amministrazione. Non è una bandierina, è una cosa seria – osserva il governatore. Il Veneto ha di fronte sfide importanti, un mandato corale lo metterebbe in condizione di vincerle. Del resto, il presidente Meloni lo sa. Lei è una persona intelligente e sta facendo un lavoro poderoso. Sulla politica estera, abbiamo uno standing che non avevamo più dai tempi di Berlusconi. Si sta dimostrando una brava direttrice d’orchestra”.
Però, una lista Zaia rischia di far impallidire il risultato dei partiti alleati… “È una considerazione che nella politica, certo, ci può anche stare, posso comprenderla. Però, come le ho detto, il Veneto ha bisogno di un mandato pieno. Un presidente può essere eletto anche con il 40%. Ci sarà sempre qualcuno che dirà: 6 su 10 non vi hanno votato”.
Per Zaia si ipotizzano mille futuri lavori tra cui l’incarico di sindaco di Venezia: “È una città unica, per questo ho proposto che diventi città-Stato. E penso che città e Regione vadano difese. Ma ora sono concentrato sulla Regione per mantenere la parola con i veneti – risponde -. Prova ne sia che un anno fa, per coerenza, ho rinunciato a un seggio in Europa. Lascerò un Veneto che funziona, ricco di primati: nessun pozzo avvelenato per il mio successore”.