Via libera alla manovra, Meloni: “Seria ed equilibrata. Col nostro governo i salari sono tornati a salire. Ringrazio le banche”

Il Consiglio dei ministri ha approvato la legge di bilancio per il 2026. “È una manovra seria che si concentra sulle stesse grandi priorità delle precedenti: famiglia e natalità, riduzione delle tasse, sostegno alle imprese e sanità”, ha dichiarato la premier Giorgia Meloni durante la conferenza stampa a Palazzo Chigi al termine del Cdm.

Meloni ha annunciato che “aumentiamo da 40 a 60 euro al mese il bonus per le mamme lavoratrici” e che “escludiamo dal calcolo Isee la prima casa con il limite del valore catastale”. La premier ha inoltre sottolineato che “dedichiamo alla famiglia circa 1,6 miliardi di euro in più”, ricordando la continuità con le misure già previste nella precedente legge di bilancio.

Alla conferenza stampa erano presenti anche i vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. “Ringrazio la maggioranza per la compattezza, per aver lavorato guardando al risultato”, ha aggiunto Meloni.

Per le imprese, la premier ha annunciato che “parliamo di circa 8 miliardi di investimenti” e che “proroghiamo la sterilizzazione di sugar tax e plastic tax a tutto il 2026”. È prevista anche “una superdeduzione del 120% del costo del lavoro che sale fino al 130% per alcuni soggetti più fragili”.

Sul fronte fiscale, Meloni ha spiegato: “Interveniamo sull’Irpef, ci concentriamo sul ceto medio con una misura che pesa circa 2,8 miliardi di euro. Mettiamo 1,9 miliardi sui salari con la detassazione dei premi di produttività e dei turni festivi e notturni”. Ha inoltre precisato: “Sui salari abbiamo cercato con questa legge di bilancio di mettere un altro tassello, concentrandoci sull’aumento dei contratti, oltre che sul tema del salario accessorio. Abbiamo risposto anche a un’indicazione che veniva dalle parti sociali”.

E ancora: “Sappiamo che in Italia c’è un problema legato ai salari, che non si risolve da un giorno all’altro. Nei dieci anni precedenti al nostro governo, il potere d’acquisto dei salari italiani diminuiva di oltre il 2% mentre nel resto d’Europa cresceva del 2,5%. La buona notizia è che adesso questa tendenza si è invertita: i salari hanno ripreso a crescere più dell’inflazione, quindi la strategia che il governo ha messo in campo sta dando dei frutti”.

Meloni ha inoltre chiarito che “nelle coperture della manovra c’è un importante contributo degli istituti bancari e assicurativi che voglio ringraziare. Ci sono state lunghe interlocuzioni, ma abbiamo trovato una disponibilità che non era scontata”. Il “grosso delle coperture”, ha aggiunto, “arriva da tagli alla spesa della Presidenza del Consiglio e dei Ministeri”.

Infine, la premier ha ribadito che “abbiamo sempre detto che la prima casa è sacra e in qualche maniera cerchiamo di applicare questo principio”, escludendola dal calcolo Isee per prestazioni come assegno unico, assegno di inclusione e bonus nido.

Il vicepremier Matteo Salvini ha espresso soddisfazione per “la pace fiscale che finalmente riusciamo a mettere in legge di bilancio e dare ossigeno e speranza: la rottamazione di tutte le cartelle esattoriali per tutto il 2023, comprende 16 milioni di italiani”. Ha poi aggiunto che “nove anni di rate tutte uguali, senza le sanzioni, quindi si paga il capitale con gli interessi, 108 rate tutte uguali”.

Le reazioni dall’opposizione

Critiche dure sono arrivate dalle opposizioni. Il deputato di Italia Viva Davide Faraone ha scritto sui social: “Al di là della solita rissa da bar tra Tajani e Salvini. Al di là dei continui tentativi di distrazione di massa della Meloni – che anche stavolta, in legge di bilancio, non ha messo un euro per i problemi veri del Paese — resta una verità elementare: non c’è trippa per gatti”.

“Gli stipendi al palo sono e al palo restano. Il costo della vita alle stelle è e alle stelle resta. La sanità continua a essere un lusso per chi non può permetterselo. E mentre il governo pensa ai mercati finanziari, nei mercati rionali la realtà è questa: burro +60%, olio +53%, riso +52%, pollo +33%, pane +28%, come denuncia Assoutenti”, ha proseguito.

“Altro che ripresa. È un’Italia dove la spesa cresce, ma la busta paga no. Un’Italia che si arrabatta tra scontrini sempre più lunghi e portafogli sempre più vuoti, mentre il governo festeggia l’equilibrio di bilancio e dimentica quello delle famiglie”, ha concluso Faraone.

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