In provincia di Latina crescono i timori per il virus West Nile: altri tre casi sospetti si sono aggiunti nelle ultime ore, portando a dieci il numero complessivo di contagi (accertati o presunti) nell’arco di una sola settimana. Tra questi anche la donna 82enne di Nerola, deceduta nei giorni scorsi. I nuovi pazienti sono stati sottoposti a esami clinici e i campioni di sangue sono stati inviati all’Istituto Lazzaro Spallanzani per la conferma diagnostica. Uno dei tre si trovava già ricoverato all’ospedale di Latina per altre patologie quando ha manifestato febbre. Gli altri due, con sintomi lievi, sono invece in buone condizioni e non necessitano di ricovero.
Nel frattempo, tra i pazienti già confermati e ricoverati al reparto di Malattie infettive dell’ospedale Santa Maria Goretti, quattro stanno migliorando, mentre due restano in condizioni critiche: un uomo di 86 anni con patologie pregresse e un 67enne in terapia intensiva con ventilazione assistita. Un altro paziente è stato dimesso.
L’azione della Asl di Latina: task force e prevenzione
La Asl di Latina ha messo in campo una task force multidisciplinare per affrontare in modo tempestivo l’emergenza. Obiettivo: limitare la diffusione del virus attraverso indagini epidemiologiche su ogni caso confermato o sospetto, sopralluoghi nelle aree potenzialmente esposte e disinfestazioni mirate. Coinvolti anche il Servizio di igiene, quello veterinario e l’Istituto zooprofilattico del Lazio e della Toscana.
Ai sindaci dei comuni interessati – Latina, Fondi, Cisterna e Priverno – verranno inviate informative per programmare gli interventi sul territorio. Intanto, medici e veterinari locali saranno coinvolti nella gestione dei casi e nella diagnosi, mentre sarà attivato un punto prelievi per facilitare il monitoraggio e consentire la gestione domiciliare dei pazienti non gravi.
Il ruolo della Regione Lazio e la campagna informativa
La Regione Lazio sta coordinando l’emergenza attraverso una cabina di regia che supervisiona tutte le azioni sul territorio, dalle disinfestazioni agli interventi nelle zone più colpite. Inoltre, è in fase di avvio una campagna informativa per spiegare alla popolazione la reale natura del contagio da West Nile, che avviene esclusivamente tramite la puntura di zanzare infette, e non da persona a persona.
Medici di base, pediatri, infermieri e personale dei pronto soccorso sono stati allertati e formati grazie al supporto dello Spallanzani, per rafforzare la sorveglianza sanitaria e gestire i casi con tempestività. L’obiettivo è evitare ritardi nella diagnosi, intervenire in modo mirato e informare correttamente i cittadini sulle misure di prevenzione più efficaci.
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