Accelerare la transizione

manifestazione rinnovabili

Secondo il 67% degli europei, e il 74% degli italiani, i governi stanno facendo poco per fronteggiare la crisi climatica. L’aggiornamento dei Piani nazionali integrati energia e clima è un’opportunità da non perdere

Accelerare la transizione verde per fronteggiare l’emergenza climatica. Lo chiede, secondo l’ultimo Eurobarometro, la maggioranza dei cittadini europei (58%), in particolare italiani (66%). Soprattutto perché conviene anche dal punto di vista economico. Il 73% degli europei, e ben l’82% degli italiani, concorda sul fatto che i costi dei danni provocati dalla crisi climatica sono molto più alti degli investimenti necessari a una transizione fondata su rinnovabili ed efficienza energetica. A tal fine, per il 78% degli europei e l’86% degli italiani, dovrebbe essere fornito un maggior sostegno finanziario per le rinnovabili riducendo i sussidi ai combustibili fossili. In questo modo sarà possibile, secondo il 70% degli europei e l’85% degli italiani, ridurre le importazioni di combustibili fossili e aumentare la sicurezza energetica a vantaggio dell’economia europea. Infatti, per il 75% degli europei e ben l’87% degli italiani, le azioni intraprese per fronteggiare l’emergenza climatica possono favorire l’innovazione e la competitività delle imprese europee. 

Il problema è che, secondo il 67% degli europei e il 74% degli italiani, i rispettivi governi nazionali non stanno facendo abbastanza. L’aggiornamento in corso dei Piani nazionali integrati energia e clima (Pniec) rappresenta una straordinaria opportunità, nei prossimi anni cruciali da qui al 2030, per accelerare la transizione verde e fronteggiare l’emergenza climatica.  

Come evidenzia l’ultimo rapporto Ipcc, per mantenere vivo l’obiettivo di 1,5 °C è indispensabile mettere in campo politiche climatiche in grado di ridurre le emissioni climalteranti globali del 43% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2019. Serve un’immediata inversione di rotta. E l’Europa può e deve fare da apripista, accelerando la giusta transizione verso un futuro libero dalle fossili e 100% rinnovabile. Solo così sarà possibile ridurre le emissioni climalteranti di almeno il 65% entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990, andando oltre il 57% annunciato alla Cop27, in coerenza con l’obiettivo di 1,5 °C. Per centrare il target del 65% serve un ulteriore passo in avanti e raggiungere almeno il 50% di rinnovabili, e il 20% di efficienza energetica, entro il 2030. Questi obiettivi – combinati con il phasing-out del carbone entro il 2030 e del gas fossile entro il 2035, insieme al phasing-out entro il 2030 dei sussidi ai combustibili fossili (che in Europa nel 2022, secondo l’ultimo rapporto del Fmi, hanno raggiunto 770 miliardi di dollari, di cui ben 63 in Italia) – possono consentire all’Europa di raggiungere la neutralità climatica già nel 2040. 

Anche l’Italia deve fare la sua parte con l’aggiornamento del Pniec, andando oltre l’inadeguato 40,3% di riduzione delle emissioni climalteranti che emerge dalla proposta di aggiornamento dello scorso giugno, un preoccupante passo indietro rispetto al 51% previsto dal Pnrr. Ma l’Italia può colmare il ritardo e centrare l’obiettivo climatico del 65% grazie soprattutto al contributo dell’efficienza energetica e delle rinnovabili. Secondo il “Paris compatible scenario” elaborato da Climate analytics, il nostro Paese è in grado di ridurre le emissioni climalteranti di almeno il 65% grazie al 63% di rinnovabili nel mix energetico e al 91% nel mix elettrico entro il 2030. E arrivare così al 100% di rinnovabili nel settore elettrico nel 2035, fondamentale per una rapida decarbonizzazione dei consumi finali di energia attraverso la loro elettrificazione, confermando il phase-out del carbone entro il 2025 e prevedendo quello del gas fossile entro il 2035. In questo modo sarà possibile raggiungere la neutralità climatica già nel 2040. Solo così si potrà vincere la sfida della duplice crisi, energetica e climatica, che rischia di mettere in ginocchio l’Europa e l’Italia.