Nell’estate record per le tartarughe marine, ben 3 nidi sono stati identificati a Cala Jannita, di cui il primo già schiuso con ben 82 tartarughe arrivate in acqua
Caretta caretta è la più comune tartaruga dei nostri mari. Le uova hanno un’incubazione di circa due mesi e i piccoli impiegano poi, fuori dal guscio, 2-7 giorni per scavare la sabbia e raggiungere, al tramonto, l’acqua. Ma ciò che sembra naturale, soprattutto nei luoghi antropizzati e turisticamente affollati, non è affatto semplice che accada. Così, volontari determinati, insieme a “volontari involontari” affascinati, si danno da fare. Ne abbiamo parlato con Raffaella Di Santo, naturalista volontaria di Legambiente Maratea, e Giuseppe, figlio di 6 anni, che quella notte non voleva dormire.
“Il primo rinvenimento a Maratea, non censito, è stato 3 anni fa – racconta Raffaella – e se ne sono accorti i ragazzi in spiaggia; in quel caso abbiamo soltanto assistito, accompagnando le tartarughe in mare in sicurezza (basta una pedata o un materassino trascinato per distruggere decine di uova…). Lo scorso anno c’è stata una pausa mentre quest’anno ben 3 nidi sono stati identificati a Cala Jannita, di cui il primo già schiuso con ben 82 tartarughe arrivate in acqua, anche grazie al presidio di esperti WWF Policoro, che ha la competenza per questo tratto di costa, e Legambiente Maratea.
Qual è stata la reazione di turisti e residenti?
“Grande curiosità ed entusiasmo di bambini e giovani. Anche per questo abbiamo organizzato con “Fly Maratea Kayak”, nelle giornate estive del mercoledì, un giro in kayak e poi un confronto sulla biologia marina. Beh, appena indosso la maglietta gialla del cigno legambientino, si avvicinano in tanti e chiedono di tutto. La sorpresa? I bambini e i giovani ne sanno solitamente più dei genitori. E la forza di queste iniziative è nel non essere lezioni ma spiegazioni in natura di quanto accade. Ecco perché gli incitamenti durante il tragitto in spiaggia o gli applausi nell’entrata in acqua: c’è una forte immedesimazione”.
C’è un tema ricorrente?
“Tutti chiedono se mamma e figli si incontreranno in mare. Anche questa è un’occasione importante per spiegare la differente strategia evolutiva; noi mammiferi accudiamo i figli con le cure parentali, a lungo e completamente, mentre le tartarughe disseminano quanto più possono e in più luoghi le uova: la loro è una strategia diversa per preservare la specie. Fortunatamente i numeri di nuovi esemplari crescono. Il primo caso significa “faccio di te un campione di resistenza e miglioramento della specie”; il secondo invece “qualcuno ce la farà e non ci estingueremo.” Riflettendo, la dittatura genitoriale umana non garantisce i migliori risultati ambientali. Quindi dovremmo meglio valutare il nostro atteggiamento, sempre più compulsivo e di consumo. Tu che ne pensi, Giuseppe?
“Guardate i video. Le tartarughe sembrano cartoni animati allegri ma sembrano anche fragili, fragili. Invece, quando apriamo loro la strada, corrono felici e sono subito in acqua. La prima volta eravamo solo mamma e io: lei le accompagnava e io controllavo come potevo la schiusa delle uova. Poi sono arrivati tutti i nostri amici ed è stata festa, quasi fino all’alba e ho capito che è amore anche se ti lasciano solo, dopo averti preparato. E infatti andavano libere”.
In conclusione: questa storia a lieto fine in una terra magica alimenta la speranza ma non possiamo omettere l’invadenza dei natanti, di ogni dimensione, che si avvicinano alle spiagge. Così abbiamo scritto il nostro manifesto giocoso.
“È l’assedio dei natanti
Kerosene e tanti vanti
Che distrugge il piacere
Di paesaggi e coste vere.
Come l’assedio della città di Troia
Mentre dell’orizzonte hai solo voglia”.