Il caro benzina torna a mettere in ginocchio gli italiani, con prezzi choc arrivati addirittura fino a 2,7 al litro. Il prezzo medio si aggira attorno ai 1,93 euro al litro (2,019 euro in autostrada). Così, anche la politica torna a farsi sentire, con l’opposizione che mette alle strette il Governo per i tagli le accise, ripristinate a inizio anno. Davide Tabarelli, economista e presidente della società di ricerca Nomisma Energia, ha parlato dell’insostenibile situazione a Fanpage.it. Secondo l’esperto, i prezzi aumenteranno ancora, fino a due euro al litro di media.
I prezzi dei barili, però, non sono record: “A marzo del 2022, pochi giorni dopo l’inizio della guerra della Russia (uno dei principali produttori al mondo di petrolio) il prezzo era salito a 120 dollari“. Il prezzo salirà ancora: “Noi facciamo una previsione al rialzo, ma non drammatica: verso i 100 dollari al barile, come soglia per il 2024”. Per la benzina, significa “Circa altri 10 centesimi in più al litro. Ora il prezzo medio nazionale è attorno a 1,93 euro, quindi verso i due euro al litro. Poi ieri i prezzi del petrolio sono un po’ scesi, quindi nei prossimi giorni potrebbe esserci un calo di 2 centesimi per la benzina. Ma sul lungo termine siamo su valori più alti”.
Tabarelli: “Una soglia di 100 dollari per il 2024”
Come spiegato dall’esperto Davide Tabarelli a Fanpage.it, non sono esclusi rialzi oltre i 2 euro al litro: “Il rischio di impennate c’è, perché non ci sono alternative al petrolio. Si parla molto di affrancarci dai combustili fossili e di transizione energetica, ma il dato di fatto è che il 90% dei trasporti si affida ai derivati del petrolio. E così la domanda mondiale cresce”. Non è chiaro se e quando ci sarà una discesa: “Questo dipende, perché anche la produzione di petrolio sale. Ad esempio negli Stati Uniti e nel Sud America, ma anche la Russia non ha mai smesso di esportare nonostante la guerra. Perciò di petrolio nel mondo per il momento ce n’è tantissimo. Ma ci sono dei momentanei squilibri, che ci portano a prevedere una soglia di 100 dollari per il 2024“.
Secondo il ministro Urso, l’Italia ha fatto meglio rispetto alla media europea: “Mah, si parla di differenze molto ridotte, 2-5 centesimi. Insomma, poca roba. Dire “meglio” o “peggio” non è così rilevante. È vero che l’Italia ha un sistema raffinativo particolarmente efficiente: penso alle raffinerie di Livorno o di Ancona. Però questo non è merito del Governo, anzi spesso la politica se ne dimentica. Queste raffinerie sono a rischio chiusura, ma attenzione: non è chiudendo le raffinerie che nei trasporti si sostituisce il petrolio con l’elettricità fatta da fonti rinnovabili”.
Taglio delle accise, “Ridurle è un problema”
Sul taglio delle accise, Davide Tabarelli ha spiegato a Fanpage.it: “Dobbiamo sempre considerare che siamo tra i Paesi con il più alto debito pubblico al mondo. Ogni anno l’Italia con gli interessi spende 800 e incassa 600, e in quei 600 che incassa ci sono anche le accise sulla benzina. Ridurle è un problema, anche perché adesso veniamo da un anno di super spesa per la crisi ucraina, ci sono stati tanti interventi di sconti sull’energia”. Secondo l’esperto, “L’importante è agire col bilancino. E provare anche pensare all’inverso: quando il prezzo del petrolio è passato da 120 dollari a 70 dollari al barile, nessun consumatore si lamentava, ma nessuno parlava del fatto che le entrate per lo Stato stavano calando. E quelle entrate servono per pagare la sanità, per fare le strade, per pagare gli insegnanti”.
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