Fonderie Pisano, la Cedu condanna l’Italia per l’inquinamento ambientale

inquinamento

Per la Corte europea, le autorità italiane “non hanno preso tutte le misure necessarie per garantire l’effettiva tutela dei diritti dei cittadini”. Lo Stato dovrà dare 8.700 euro ai 151 ricorrenti

Giustizia per le vittime dell’inquinamento causato dalle Fonderie Pisano in provincia di Salerno. Le autorità italiane non hanno preso tutte le misure necessarie per garantire l’effettiva tutela dei diritti dei cittadini in relazione all’inquinamento ambientale causato dal proseguimento dell’attività delle Fonderie Pisano, vicine ai comuni di Salerno, Pellezzano e Baronissi. L’ha stabilito la Corte europea dei diritti umani che ha condannato l’Italia per aver violato il diritto al rispetto della vita privata di 151 cittadini che hanno fatto ricorso a Strasburgo nel 2018 per i danni subiti e che ora dovranno ricevere un risarcimento. “Nonostante gli effetti tangibili di misure adottate dopo il 2016, volte a ridurre al minimo gli effetti nocivi dell’attività della fonderia, le autorità, nell’autorizzare la prosecuzione dell’attività, non hanno considerato i precedenti effetti nocivi significativi sulla popolazione locale derivanti dall’esposizione prolungata all’inquinamento”, evidenzia la Cedu.

La situazione condannata dalla Corte ha avuto origine nel 2006 quando le autorità hanno deciso di trasformare l’area attorno alla fonderia da industriale in residenziale. Sarebbe dovuto seguire un trasferimento della fonderia, che però non è mai avvenuto. La Cedu afferma che “la forte combinazione di prove indirette e presunzioni permette di concludere che l’esposizione all’inquinamento abbia reso i ricorrenti che vivono nel raggio di 6 chilometri dall’impianto più vulnerabili a varie malattie, e che inoltre, non c’è dubbio che abbia influito negativamente sulla loro qualità di vita”.

I giudici di Strasburgo si sono basati anche sui risultati di alcuni studi condotti sulla popolazione dal 2017 che dimostrano la presenza di eccessive concentrazioni di mercurio, addirittura cinque volte superiori ai livelli di controllo.

La Corte fa riferimento anche alla relazione del 31 dicembre 2021, i cui risultati non sono stati contestati dal Governo. “I documenti presentati dalle parti dimostrano che, dal 2008 al 2016, la fonderia ha causato un grave inquinamento ambientale senza che venissero fornite informazioni chiare alle persone interessate sui potenziali rischi a cui erano esposti continuando a vivere a pochi chilometri dall’impianto”.

Il commento di Legambiente

Dopo la sentenza sulla Terra dei Fuochi, la Cedu torna in Campania dove ancora una volta si condanna il mancato rispetto del diritto alla vita, questa volta privata. Finalmente una sentenza, quella sulle Fonderie Pisano, che rende giustizia e che dovrà assicurare il diritto alla salute dell’intero territorio grazie al lavoro importante dell’associazione Salute e Vita e dei cittadini che hanno presentato il ricorso. Una comunità, quella tra Salerno, Pellezzano e Baronissi, come denunciamo da decenni, esposta agli effetti di un’azienda che non ha avuto la lungimiranza di investire in ricerca e innovazione per mettere al sicuro contemporaneamente cittadini, lavoratori e produzioni.

Legambiente chiede che si dia seguito con azioni concrete di bonifica, monitoraggi ulteriori sulla salute dei cittadini, riconversione industriale e delocalizzazione, trasparenza e partecipazione nei prossimi passi che tutti gli enti interessati dovranno mettere in campo per dare risposte puntuali e risolvere quella che si presenta, come una delle peggiori criticità del territorio salernitano.