Il giornalista Luigi Furini, dopo esser stato cacciato da Telelombardia, ha voluto dare chiarezza con un post riguardo l’utilizzo della parola ‘negro’
Il giornalista Luigi Furini, dopo esser stato cacciato da Telelombardia, ha voluto dare chiarezza con un post riguardo l’utilizzo della parola ‘negro’.
«Ieri sera sono stato rimproverato a Telelombardia per aver chiamato ‘negretto’ un giocatore di origini africane. Poi si è scatenato il popolo dei social, quello del ‘politicamente corretto’ che mi ha lanciato insulti a non finire. Ricordo che la parola ‘negro’ era spesso citata nei suoi discorsi anche da Martin Luther King (assassinato nel 1968 perché a capo del movimento dei negri d’America). Ma sono passati tanti anni e può darsi che le cose siano cambiate. Adesso il popolo dei social non perdona: quella parola non va più usata. Ok, mi hanno chiesto di chiedere scusa. Però bisognerebbe, a volte, passare dalle parole ai fatti. I ‘neri’ come è consuetudine chiamarli, sono ancora sfruttati, vilipesi, emarginati. Lunga è ancora la strada perché possano veder riconosciuti i loro diritti (il celebre discorso ‘I have a dream’ di Luther King è dell’agosto 1963, sessanta anni fa). I fatti dicono che centinaia di uomini, donne e bambini originari dell’Africa, dunque ‘neri’, muoiono tutte le settimane nel tentativo di attraversare il Mediterraneo. E’ diventata una triste conta per i pochi che hanno ancora voglia di contare. Il popolo dei social, il popolo del ‘politicamente corretto’, di questi morti se ne è quasi dimenticato. Importanti sono le parole. Importante è non chiamarli ‘negri’. Poi, se annegano in mare, fa niente».