
La pulcinella di mare dell’Isola degli orsi alle Svalbard è il risultato dell’incontro genetico tra le altre due sottospecie avvicinate dalla crisi climatica
Un recente lavoro scientifico dell’Università di Oslo ha studiato le pulcinelle di mare (Fratercula arctica), uccelli che popolano la costa artica norvegese. A destare l’interesse degli scienziati è stata soprattutto una sottospecie di pulcinella che vive nell’Isola degli orsi (Bjørnøya) alle Svalbard e che ha caratteristiche fisiche e abitudini intermedie tra altre due sottospecie che si ritrovano una più a nord e una più a sud. Analizzando il patrimonio genetico di esemplari contemporanei e di reperti museali risalenti alla seconda metà del diciannovesimo secolo, si è scoperto che la pulcinella dell’Isola degli orsi è frutto degli incontri amorosi tra le altre due sottospecie, avvenuti solo sei generazioni fa, agli inizi del ventesimo secolo, quando la sottospecie settentrionale ha improvvisamente cominciato a spingersi più a sud. Un evento concomitante con l’inizio del riscaldamento globale, la modifica dell’ecosistema artico e l’inizio del declino delle aringhe alle latitudini più settentrionali. L’ibridazione tra le popolazioni di pulcinella di mare potrebbe avere risvolti negativi per la sopravvivenza futura dell’intera specie, perché la riduzione della diversità genetica limita la capacità di adattarsi ai cambiamenti ambientali.
Il riscaldamento globale sta profondamente modificando la regione boreale, portando molti organismi a migrare verso nord dalle regioni temperate, mentre alcuni, come le pulcinella, percorrono la rotta inversa. Un racconto esemplare di quanto siano complesse e repentine le risposte delle comunità di viventi ai cambiamenti ambientali che stiamo attraversando. Spesso queste risposte si muovono sottotraccia, visibili solo attraverso lo studio dei geni.