La Storia, ieri e oggi

La Storia di Marco Archetti

Al teatro Vascello di Roma una rivisitazione originale del romanzo di Elsa Morante che racconta il Novecento tra intuizione e immaginazione

Fausto Cabra sceglie di affrontare la sua prima regia mettendo in scena “La Storia” di Elsa Morante. Impresa che ha scoraggiato più di un artista teatrale e che l’attore bresciano ha scelto di fare togliendo se stesso dalla scena e ricorrendo al potente adattamento drammaturgico di Marco Archetti. Il risultato è vivificante. Dalle onde sismiche del libro emergono quelle parti “numinose” e umoristiche che si nutrono di un sacro quotidiano e di uno spirito di osservazione fulminante. Per richiamarle in vita, si è fatto ricorso a una solida struttura drammaturgica. Siamo nel presente. Una donna ha perso l’aereo e chiama i suoi due figli a casa per dire che farà tardi. È in quel tempo sospeso che comincia a leggere “La Storia” di Elsa Morante.  


Tutto quello che accade sotto ai nostri occhi è il frutto della sua immaginazione, che seleziona, dal gigantesco corpo narrativo (fatto anche di molte digressioni storiche), quelle parti drammatiche imperniate sulla triade familiare composta da Ida, Nino e Useppe. La storia bellica e la tragedia degli ultimi si sciolgono in uno spazio scenico che ricorda “Dogville” di Lars Von Trier. Niente è lasciato al caso. E la performance sapiente e dinamica dei tre interpreti (Franca Penone, Alberto Onofrietti, Francesco Sferrazza Papa), trova una disposizione spaziale millimetrica, frutto di un accurato lavoro sul testo. Ma quello che più colpisce nella messa in scena di Cabra è l’estrema vitalità dei personaggi. Tutti sono destinati a perire. Eppure, non domina un tono di funesta attesa. Noi siamo Ida, Nino e Useppe, ma siamo anche quella donna che, in qualsiasi aeroporto contemporaneo, comincia a leggere il romanzo della Morante che ci racconta un pezzo di storia del Novecento. Lo spettacolo parla così ai nostri sensi, compreso il sesto, che è intuizione e pensiero, e alla fine tutto racchiude. Siamo lettori e spettatori di un’avventura umana e storica che parla alla nostra giovinezza, cioè alla nostra capacità di immaginazione.