Cinque branchi verranno sterminati, per contenere il numero minimo di esemplari a 170, invece dell’attuale 300. Una decisione che mette a rischio la sopravvivenza di questa specie
Nella tradizione popolare il lupo è sempre l’animale cattivo delle fiabe, la rappresentazione simbolica del male e dei pericoli che si nascondono dietro l’angolo. Ma c’è sempre chi è pronto a salvare Cappuccetto Rosso e la nonnina.
Nella realtà, purtroppo, le cose non sono tanto diverse. Dopo l’approvazione del Consiglio Ue per il declassamento del lupo (ne avevamo parlato qui), anche la Svezia fa un passo indietro nella protezione di questa specie. Il Paese scandinavo ha dato il via alla caccia al lupo. L’obiettivo? Dimezzarne la popolazione.
Come riporta il Guardian, il governo svedese ha deciso che, per iniziare, verranno sterminati 30 lupi, ben cinque famiglie, per contenerne il numero. A oggi i dati riferiscono di 375 esemplari registrati sul territorio svedese, ben il 20% in meno rispetto al passato. Dal 2022 infatti, è aumentata la pressione venatoria. E all’inizio di quest’anno, il governo ha annunciato di voler portare il livello minimo per uno “stato di conservazione favorevole” a 170 esemplari, invece dell’attuale minimo di 300.
La caccia al lupo in Svezia non è una novità. Dal 1966 al 1983 il Paese ha visto azzerarsi il numero di lupi riproduttori, anche a causa dell’eccessiva caccia. Ancora una volta, l’esistenza di questa specie è a rischio. Ricordiamo che la specie è elencata come “in pericolo” nella lista rossa dell’Unione internazionale per la conservazione della natura.
Comitati e ambientalisti sono sempre più preoccupati, il lupo è ormai una pedina sulla grande scacchiera della politica europea. «C’è ancora molto lavoro da fare per garantire una conservazione efficace e promuovere una convivenza sostenibile con questa specie – dichiara l’associazione Io non ho paura del lupo – Siamo davvero colpiti, in senso negativo, dalle azioni del governo svedese, che stanno portando a una vera e propria mattanza di lupi, minacciando la sopravvivenza di interi branchi e riducendo la loro diversità genetica. Questo approccio, contrario ai principi di conservazione basati sulla scienza, evidenzia quanto sia necessario un cambiamento di rotta nelle politiche ambientali europee».
Vittima di disinformazione e allarmismi, la cattiva fama che gode quest’animale rende complesso il dialogo tra le parti. Ma non sarà la caccia a risolvere le sfide della convivenza tra l’uomo e il lupo e non aiuterà gli allevatori a proteggere il bestiame e i profitti.