La testa che influenza l’Atalanta rispetto alla formazione (che necessita dei nuovi)

Gasperini

L’Atalanta al contrario. Problemi di formazione o questione di testa causa scatenante del tracollo nerazzurro a Frosinone?

Batosta morale oltre che sul campo. Un’Atalanta come quella vista a Frosinone è troppo brutta per essere ignorata: non soltanto per aver perso contro una squadra assolutamente alla portata, ma anche per come è stato il primo tempo, assai disastroso. Le critiche lasciano spazio all’equilibrio con Gasperini sul banco degli imputati, soprattutto sulla formazione: lasciare in panchina quei nuovi che nella ripresa hanno poi rotto gli indugi, e dall’altra continuando ad insistere su una base superata e priva di qualità.

Giusto? In parte, perché per quanto sia un’Atalanta che con i nuovi abbia un grande impatto partita, dall’altra è stata principalmente la testa più che lo schieramento iniziale ad aver influenzato negativamente la partita: aspetto che l’anno scorso ha fatto togliere punti importanti in ottica Champions League. Per quanto a Reggio Emilia si sia vista l’Atalanta della scorsa stagione, si giocava con un piglio diverso dando ordine (al di là dell’assenza di qualità). Allo Stirpe regnava la conclusione come se le posizioni in campo avessero lasciato spazio al gergo “entrate e disperdetevi”.

L’Atalanta è specchio del suo allenatore, cambi e ramanzina nell’intervallo hanno ottenuto l’effetto sperato, forse anche troppo tardivo. La formazione assai discussa senza le nuove leve potrebbe risultare una soluzione temporanea (e affrettare giudizi non fa mai bene), ma occhio a non commettere lo stesso errore dell’anno scorso: per esempio accantonare il tridente per recuperare Zapata-Muriel anche a costo di perdere punti, considerando l’impegno della società per dare Gasperini una squadra coerente con le sue caratteristiche. Gioca chi sta meglio? Assolutamente, però l’Atalanta necessità di quella novità per ritornare ad impensierire in alto.