(di Elvira Terranova) – “Ai sindaci del Nord che si lamentano per la distribuzione dei migranti dico solo che l’Italia è una e deve essere solidale. Quando, nel passato, tutto il carico era dei comuni siciliani, specie quelli di frontiera, noi abbiamo sopportato questo tipo di situazione. I problemi dell’immigrazione non si risolvono con la guerra tra poveri. Nonostante i numeri siano elevati non possono mettere in crisi un paese come il nostro. Insomma, a essere sincero, mi sembrano atteggiamenti demagogici”. Così, in una intervista all’Adnkronos, il sindaco di Pozzallo (Ragusa), Roberto Ammatuna, che si trova a gestire l’hotspot del suo comune ma anche quelli di altri centri vicini, commenta la rivolta dei sindaci del Nord, dalla Lombardia al Veneto fino all’Emilia contro l’afflusso dei migranti. Nei giorni scorsi il governatore veneto Luca Zaia aveva detto: “Rischiamo di avere le tendopoli”. I primi cittadini sindaci leghisti guidano il fronte degli amministratori.
“Se si fosse portata avanti una politica dell’accoglienza diffusa, noi oggi non avremmo questo problema – dice ancora il sindaco Ammatuna – Mi pare che lo stesso governo Meloni abbia preso atto che questi fenomeni vanno governati e possono essere delle opportunità. Certo, non è molto semplice”. Il primo cittadino lancia dunque un appello ai sindaci di “maggiore solidarietà”. “L’italia è una – spiega Ammatuna – e non si può scaricare tutto sui comuni di frontiera, basta vedere Lampedusa. Lo ripeto, è inaccettabile l’atteggamento di questi sindaci che portano avanti una politica egoistica. Anche noi abbiamo problemi, eppure abbiamo sempre affrontato tutto con disciplina”.
Al momento 246 persone nell’hotspot
Al momento sono 246 i migranti presenti all’hotspot di Pozzallo su una capienza di 220 persone. Tra loro due sono in ospedale. Sono 128 gli uomini e 29 le donne. Ci sono anche 85 minori non accompagnati. Un altro hotspot sarà aperto tra pochi giorni vicino Modica. “E ospiterà circa 300 migranti per cercare di avere più possibilità di accoglienza”, dice Ammatuna. “La situazione è di grande emergenza ma non ci sono criticità particolari- spiega – ma la situazione è complicata. Si viaggia sempre con numeri elevati, abbiamo avuto anche 500 persone all’hotspot, anche se il turn over in questo momento sembra funzionare. Perché non ci sono lunghi tempi di permanenza”.
Ma fa notare che “ora, a differenza del passato, quando c’era un governo di centrosinistra, non si registrano più proteste”. Perché? “I razzisti di ieri sono più tranquilli, stanno facendo un bagno di realtà – spiega Ammatuna – Non si può strumentalizzare un tema come quello dei migranti, come si è fatto in passato. C’è chi protestava in maniera indecente, ora ci si accorge che l’emergenza va affrontata bene. Altrimenti possono accadere delle cose gravi, specie in territori come Lampedusa. Avete notato che non ci sono più proteste, appelli, caccia allo straniero, come accadeva nel passato?”.
E aggiunge: “Bando alle demagogie. Ora non ci sono più appelli ad affondare i barconi, si prende atto che la realtà è altra cosa”. E lancia un appello all’Unione europea: “Finché non avrà una posizione chiara sui migranti noi saremo in una posizione di debolezza”.