
Aveva ferito una turista francese. Legambiente: “L’abbattimento non è in nessun caso la soluzione ma un gesto. Ribadiamo la validità delle nostre dieci azioni per rafforzare il Pacobace”
“A distanza di pochi mesi dall’abbattimento dell’orso bruno alpino M90, ci ritroviamo a commentare nuovamente l’ennesima uccisione di un esemplare selvatico in Trentino. L’orsa KJ1 è stata uccisa seguendo lo stesso modus operandi da parte della provincia di Trento, che ancora una volta dimostra tutta la sua incapacità nel garantire una convivenza pacifica tra orso e uomo – questo il commento del responsabile nazionale biodiversità di Legambiente, Stefano Raimondi, che interviene sull’abbattimento in Trentino dell’orsa KJ1 a seguito del decreto firmato dal presidente della provincia di Trento, Maurizio Fugatti. L’orsa lo scorso 16 luglio si era resa responsabile dell’aggressione ai danni di un turista francese di 43 anni in località Naroncolo, nel comune di Dro, in Trentino – Anche in questo caso la provincia di Trento aveva la possibilità di scegliere cosa fare nei confronti dell’orso, perché il parere scientifico di ISPRA preso sulla base del PACOBACE e su cui l’amministrazione ha fatto leva per giustificare la decisione dell’abbattimento, non precludeva la possibilità di agire in maniera differente, evitando di ricorrere alla soppressione dell’esemplare. La continuativa e dissennata rincorsa all’abbattimento degli orsi non solo è una pratica crudele e contro natura ma è anche responsabile di alimentare un clima di paura tra i cittadini e di conflitto tra istituzioni.
Sarebbe utile prendere spunto dalle buone pratiche ed esempi virtuosi messi in atto in altri contesti del nostro Paese, come quelli applicati nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise dove, oltre a un attento e decennale lavoro di informazione fatto sul territorio, vengono presi provvedimenti puntuali, quali la regolamentazione dei flussi turistici o la chiusura temporanea di alcuni sentieri particolarmente delicati per la presenza dell’orso.
Lanciamo un ulteriore appello al ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica – che proprio su quest’ultimo caso ha dichiarato come la soppressione dei singoli orsi non sia la soluzione al problema – affinché vengano applicate azioni preventive non più rinviabili, attraverso un lavoro congiunto e consapevole tra istituzioni, con l’obiettivo di garantire interventi che investano davvero risorse sulla coesistenza tra uomo e animali selvatici. Un tema che Legambiente, all’indomani dell’abbattimento in Trentino dell’orso M90, ha ripreso proponendo un decalogo di azioni urgenti e prioritarie che vanno dalla rimozione delle fonti di cibo di natura antropica fino al finanziamento e alla realizzazione di corridoi ecologici, passando per più campagne di informazione e sensibilizzazione tra le comunità locali”.