“Il possesso di armi nucleari nel contesto della deterrenza è attualmente l’unica risposta possibile della Russia ad alcune significative minacce esterne alla sua sicurezza”. Ad affermarlo, secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa russa ‘Tass’, è il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov in un’intervista alla rivista ‘Affari internazionali’ ricordando che il nucleare “è esclusivamente di natura difensiva” e mira “a garantire la protezione della sovranità e l’integrità territoriale dello Stato” e previene “l’aggressione contro la Russia e i suoi alleati”.
Lavrov ha osservato che lo sviluppo della situazione intorno all’Ucraina ha confermato la validità delle preoccupazioni della Russia in questo settore. Secondo il ministro degli Esteri russo, nel contesto del conflitto ucraino, il grande pericolo risiede nel fatto che, portando la questione all’escalation, gli Stati Uniti e i Paesi della Nato rischiano di trovarsi in una situazione di scontro armato diretto tra potenze nucleari. “Crediamo che un tale sviluppo debba e possa essere prevenuto. Pertanto, siamo costretti a ricordare l’esistenza di alti rischi politico-militari e inviare segnali che facciano riflettere”, sottolinea Lavrov.
Il ministro ricorda che la Russia “è pienamente impegnata sul principio di non ammissibilità di una guerra nucleare, perché in una guerra di questo tipo non ci possono essere vincitori. Di conseguenza, non dovrebbe mai essere avviata”.
L’assistenza totale dei Paesi occidentali all’Ucraina dal giorno dell’invasione russa “ha superato i 160 miliardi di dollari compresa l’assistenza militare pari a 75 miliardi di dollari”. “Secondo i calcoli della Ong The Heritage Foundation, gli Stati Uniti hanno già stanziato circa 113 miliardi di dollari all’Ucraina, cioè 900 dollari a famiglia. Quantità enormi, soprattutto data la difficile situazione dell’economia globale”, sottolinea ancora Lavrov.
Per il ministro degli Esteri “circa 50 Paesi membri della coalizione Ramstein per il sostegno militare all’Ucraina sono effettivamente coinvolti nel conflitto armato dalla parte del regime di Kiev, che non disdegna i metodi terroristici di guerra. Ci sono consegne su larga scala di armi occidentali all’Ucraina, comprese armi a grappolo e a lungo raggio”. Per Lavrov “gli istruttori della Nato sono coinvolti nella pianificazione delle operazioni delle forze armate dell’Ucraina, viene utilizzata l’intelligence della Nato”.
Lavrov ha osservato che allo stesso tempo, i leader occidentali ripetono come un mantra che aiuteranno Kiev per tutto il tempo necessario. “Naturalmente, combattere fino all’ultimo ucraino è una loro scelta, così come la decisione della cricca di Zelensky”, sottolinea Lavrov. “Tuttavia, storicamente, gli Stati Uniti non hanno ottenuti ottimi risultati nel sostenere i loro alleati”, rileva Lavrov ricordando la guerra in Vietnam e il sostegno in Afghanistan nel 2021. “L’Ucraina di oggi dipende quasi completamente dalle iniezioni finanziarie occidentali e dalle forniture di armi”, sottolinea il capo della diplomazia russa. Per Lavrov è importante capire che in Occidente la Russia “vuole eliminare un serio concorrente geopolitico. È per questo motivo che Washington e Bruxelles hanno scatenato una guerra ibrida contro di noi” conclude.