
C’è la conferma della Commissione europea: rimane fisso il target di diminuzione del 90% di emissioni al 2040, ma dal 2036 sarà consentito l’uso di crediti di carbonio tra le misure di flessibilità per gli Stati. La proposta ora è al vaglio di Consiglio e Parlamento
Rimane l’obiettivo del taglio emissioni del 90% entro il 2040, ma più flessibilità sui target. È questa la proposta definitiva della Commissione europea presentata mercoledì 2 luglio che punta a una riduzione delle emissioni del 90% entro il 2040 rispetto ai livelli del 1990 come tappa intermedia per la neutralità climatica entro metà secolo. Dopo il taglio delle emissioni del 55% entro il 2030, la definizione del target al 2040 è fondamentale come tappa per raggiungere la neutralità climatica al 2050 e indispensabile per aggiornare il contributo determinato a livello di Ue sul taglio di emissioni al 2035 in vista della Cop30 di Belém prevista in autunno.
Il nuovo target adottato dall’esecutivo europeo prevede una serie di opzioni di flessibilità per il raggiungimento dell’obiettivo.
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E vista l’opposizione di governi come Francia, Germania, Italia, Polonia e Repubblica Ceca sono state introdotte delle novità. “A partire dal 2036” la Commissione europea intende garantire che i crediti internazionali di carbonio possano contribuire al raggiungimento dell’obiettivo climatico al 2040 “fino al 3% delle emissioni”. I crediti internazionali del carbonio sono quindi tra le misure di flessibilità considerate dalla Commissione Ue e consentirebbero agli Stati membri di contabilizzare parte delle riduzioni con i crediti generati da progetti di assorbimento delle emissioni fuori dall’Ue. Il limite del 3% è in linea con la posizione espressa dalla Germania sul target al 2040.
Il ricorso ai crediti internazionali di carbonio nel computo delle emissioni – in linea con l’articolo 6 degli accordi di Parigi sul clima – è solo una delle misure di flessibilità promessa da Bruxelles per andare incontro alle capitali e all’Eurocamera che nei mesi scorsi hanno sollevato preoccupazioni sul target del 90%, giudicandolo troppo ambizioso. Si tratta però al momento anche dell’unica misura concreta. L’Ue proporrà una legislazione il prossimo anno per stabilire le regole sugli standard di qualità che i crediti devono soddisfare e su chi li acquisterà. La Commissione europea garantisce nell’emendamento che le proposte legislative rifletteranno anche il ruolo delle “rimozioni permanenti” di carbonio nel sistema di scambio delle quote di emissioni (il sistema Ets) per “compensare le emissioni residue dei settori difficili da abbattere”; una maggiore flessibilità tra i settori, “per sostenere il conseguimento degli obiettivi in modo efficiente sotto il profilo dei costi”; e terrà conto degli “impatti sociali, economici e ambientali; dei costi dell’inazione e i benefici dell’azione nel medio e lungo termine; e della necessità di garantire una transizione giusta e socialmente equa per tutti”, si legge. Sulla proposta dovranno pronunciarsi Parlamento europeo e Stati membri, i due co-legislatori dell’Ue. Un primo scambio di vedute in entrambe le istituzioni potrebbe avvenire, a quanto si apprende, già la prossima settimana per accelerare i tempi in vista della pausa istituzionale che seguirà nelle prossime settimane.