Brasile, la superficie idrica continua a diminuire. Meno 2% nel solo 2024

foresta amazzonia

Secondo l’ultimo rapporto della ong MapBiomas Agua i milioni di ettari coperti dall’acqua nel 2024 sono 17,9 contro i 18,3 del 2023. Il Pantanal è il bioma più colpito

Il Brasile, che contiene il 12% dell’acqua dolce del pianeta, soprattutto in Amazzonia, sta affrontando una continua riduzione della sua superficie idrica a causa dello sfruttamento del territorio, del riscaldamento atmosferico e degli eventi climatici estremi. L’anno 2024 ha continuato la tendenza alla diminuzione della superficie idrica già registrata negli anni precedenti. I 17,9 milioni di ettari di territorio brasiliano coperti dall’acqua nel 2024 sono infatti il 2% in meno rispetto ai 18,3 milioni registrati nel 2023 e il 4% in meno rispetto alla media della serie storica registrata dalla ong MapBiomas, iniziata nel 1985. La tendenza al ribasso è visibile dal 2009. Da allora, fino al 2024, solo un anno – il 2022 – ha registrato un aumento della superficie d’acqua. Nel solo 2024 sono andati persi 400.000 ettari di superficie idrica, un’area equivalente a più del doppio della città di San Paolo. Sono i dati dell’ultimo rapporto della ong MapBiomas Agua pubblicato venerdì 21 marzo. Secondo i dati ricavati dai monitoraggi costanti della ong, dal 1985 la superficie dei fiumi e dei laghi brasiliani si è ridotta del 15% e otto dei 10 anni più secchi dell’intera serie si sono verificati nell’ultimo decennio.

Per saperne di più leggi Il rapporto di MapBiomas

Quasi due terzi delle riserve idriche del Paese si trovano in Amazzonia, che svolge un ruolo cruciale nella regolazione del clima locale e globale grazie alla sua capacità di assorbire anidride carbonica. Colpita da un’estrema siccità, l’anno scorso la regione ha perso addirittura il 3,6% delle sue risorse idriche, rispetto alla media storica.

Questo fenomeno, sottolinea OGlobo Brasil, è il risultato di siccità, sfruttamento eccessivo delle falde acquifere, sviluppo urbano o modifica dei canali naturali. Ha un impatto negativo sulla biodiversità, sulla produzione agricola e sulle comunità che dipendono dalle risorse idriche per il loro sostentamento.

Tra tutti i vari biomi caratteristici della regione, il Pantanal è stato il più colpito, con il 61% di acqua di superficie in meno rispetto alla media dal 1985.

Di contro la Caatinga, il Cerrado e la Foresta pluviale atlantica hanno registrato superfici idriche superiori alla media: rispettivamente il 6%, l’11% e il 5%. Nel caso della Caatinga, in ogni mese del 2024 i valori di superficie idrica registrati sono stati i più alti degli ultimi 10 anni. Di conseguenza, la Caatinga ha chiuso il 2024 con 981.000 ettari.

Gli incendi che hanno devastato la più grande area umida del pianeta, situata a sud dell’Amazzonia, hanno accelerato negli ultimi mesi riduzione dei bacini idrici.