Caccia, associazioni chiedono trasparenza sul nuovo Ddl

Le sigle, tra cui Legambiente, chiedono incontro a Lollobrigida e Pichetto per essere informate sulla bozza di DdL sulla caccia in circolo. “Interloquire solo con una delle parti in causa ha già determinato ripercussioni negative”

Sono 44 le sigle, compresa Legambiente, rappresentative non solo del mondo ambientalista e animalista italiano, ma anche di quello scientifico e legato alle attività sostenibili in natura e contro la caccia, che hanno chiesto ai ministri dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin e dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida di essere ricevute per essere direttamente informate sulle intenzioni del governo in materia di modifiche alla legge per la tutela della fauna e la regolamentazione dell’attività venatoria.
Le associazioni ricordano anche che la bozza del provvedimento finora circolata “è stata realizzata e condivisa solamente con il mondo venatorio che rappresenta solo un interesse parziale e subordinato rispetto agli interessi diffusi, riconosciuti come valori fondamentali dall’articolo 9 della Costituzione, di cui le sigle ambientaliste e animaliste sono portatrici”.

“La tendenza ad interloquire solo con una delle parti in causa ha peraltro determinato, nel corso dell’attuale legislatura, l’approvazione di modifiche che hanno già portato ripercussioni negative per tutti, oltre all’apertura di una procedura d’infrazione europea (in tema piombo e caccia in periodi di divieto) e una procedura Eu Pilot relativa all’assenza di misure efficaci di contrasto al bracconaggio e alla caccia a specie in declino e in periodi di divieto“. Secondo le associazioni, le modifiche proposte nel DdL andrebbero quindi a ridurre ulteriormente le tutele a favore della fauna selvatica, delle aree protette e delle zone fruibili per attività a basso impatto ambientale, come l’ecoturismo e l’agricoltura di qualità, motori importanti di sviluppo sostenibile delle comunità in tutto il Paese.

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